domenica 20 settembre 2015

lunedì 19 gennaio 2015

Porci con le ali. Diario sessuo-politico di due adolescenti di Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera

"Porci con le ali. Diario sessuo-politico di due adolescenti" è un romanzo scritto nel 1976 da Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera, sotto gli pseudonimi di Rocco e Antonia (i nomi dei due protagonisti) e pubblicato per la prima volta da Savelli nello stesso anno. L'opera, che è stata tradotta in molte lingue, fece scandalo all'epoca della pubblicazione per il linguaggio triviale e il contenuto esplicito di situazioni intime nonché per la copertina disegnata da Pablo Echaurren; infine per l'atmosfera di fondo in cui al disagio della condizione giovanile si accompagnano la vitalità e, come suggerisce il titolo, i grandi slanci ideali e sentimentali, l'ancoraggio forte a una realtà fatta di carne, che talvolta diviene gioia, oppure coscienza dei propri limiti. Dal romanzo è stato liberamente tratto un film omonimo nel 1977.


 SONG: Giorgia Lauda - Dolcissimo - 1979 Secondo 45 giri per la siciliana Giorgia Lauda, inciso per i tipi della Discopiù, che ottenne un buon successo radiofonico.


Il romanzo è narrato in prima persona e a due voci dai due protagonisti, i liceali Rocco e Antonia, e racconta il loro anno scolastico presso il liceo romano Terenzio Mamiani, tra impegno politico e momento personale, grandi speranze e grandi frustrazioni, primo tra tutti il loro grande amore destinato a esaurirsi presto. Rocco è gioviale e alterna vitalità a frustrazioni e sensi di colpa per il suo ruolo maschile, allora ideologicamente additato come prevaricatore e violento. Antonia è cerebrale fino al solipsismo, anela a una maturità precoce ed è pervasa non meno dell'altro da fantasie sessuali che tenta di "legittimare" con la propria integrità e ortodossia ideologica. I due pensano molto ma si parlano poco. Uno slancio di passione del ragazzo incrina il rapporto tra i due. Un party tra studenti in casa di un professore si trasforma in una piccola orgia. Rocco assiste alla "vendetta" di lei tra le braccia del docente (di certo non il primo adulto che incontra), senza neppure potersi indignare in quanto la gelosia è considerata un arcaismo borghese. Rocco ripiega su un suo amico. Antonia, a sua volta sentendosi colpevole, ha un incontro saffico con la sua amica Lisa, assai poco appagante. Rocco si incontra a sua volta con Lisa ma pensando ancora alla sua ex ragazza, non riesce a iniziare il rapporto. I due si scrivono promettendosi di rivedersi.


SONG: Lilly - Antonello Venditti - 1975 Il canzoniere di Antonello Venditti è molto ricco di nomi femminili, nomi contenuti nei versi delle canzoni quando non direttamente titoli di brani celebri ed entrati nell'immaginario collettivo. Le donne cantate da Antonello (più o meno reali o di fantasia) sono spesso il pretesto per allargare lo sguardo sulla società; Pensiamo a "Lilly" (1975), in cui si affronta, forse per la prima volta in Italia, il tema della droga. "Lilly" è un grande pezzo anche per la sua grande innovatività testuale e per il suo non essere una cronaca pura e semplice ; accanto alla denuncia ("li dovevano arrestare"), ci sono i ricordi ("studiavamo insieme...") e il dolore di chi ha perduto una persona cara.


Il romanzo è stato accolto all'epoca con entusiasmo. Nella prefazione all'edizione del 2001, Lidia Ravera chiarisce il senso della nascita di quel racconto, nelle intenzioni destinato a circolare semplicemente nell'ambiente studentesco romano: la rivendicazione del diritto a non prendersi sul serio da parte di due giovani alle soglie dell'età adulta e a ricercare la libertà e la felicità, nonostante l'ombra incombente della crisi dell'auto-organizzazione e la minaccia incombente del grande vuoto politico che di lì a poco sarebbe seguito. Nel 1977 un gruppo bolognese di una certa fama, i Gaznevada, composero come loro secondo brano in assoluto il pezzo "Criminale" nel quale, in segno di dissenso verso la raffigurazione che veniva data della loro generazione, vi è una strofa che recita così: "Non siam porci con le ali, siamo solo dei maiali, ho una mente criminale, godo solo a far del male!”


SONG: Blu - Gepy & Gepy - 1977 Giampiero Scalamogna, noto come Gepy & Gepy (Roma, 13 giugno 1943 – Roma, 3 luglio 2010), è stato un cantante, compositore, produttore discografico, paroliere e arrangiatore italiano. Come paroliere a volte ha usato anche lo pseudonimo Sergepy. Negli anni Settanta ha formato un gruppo con la cantante eritrea Melissa Chimenti e con Marcella Petrelli, riprendendo la denominazione Gepy & Gepy. La svolta per Gepy avviene con l'incontro con Ornella Vanoni, che gli propone il contratto discografico con l'etichetta di sua proprietà, la Vanilla; in seguito diventa produttore della Vanoni e duetta con lei nel brano di grande successo "Più". Il più grande successo commerciale è la canzone "Body to Body", che mescola ad arte la disco music con le sonorità funk e nere, e che fu la sigla di Discoring per l'edizione 1979-1980 e permise al gruppo di entrare nelle più importanti classifiche, come quelle americane.


Si tratta di un invito ai compagni più giovani, dell'età di Rocco e Antonia, a vivere con serenità e con una consapevolissima leggerezza ogni aspetto della propria vita, ad accettare ogni aspetto della propria sessualità. Nel 1977 il regista Paolo Pietrangeli diresse il film omonimo in parte ispirato al romanzo, presto sequestrato dalla censura per "oscenità" e poi rimesso in circolazione. La pellicola non ebbe il successo del libro, suscitando disapprovazione dai giovani spettatori i quali, in un contesto oramai diverso dall'epoca della stesura, non potevano riconoscersi. Gli autori si dissociarono.


SONG: E tu come stai? - Claudio Baglioni - E tu come stai? - 1978 "E tu come stai?" (1978) l'ottavo album di Claudio Baglioni e il primo con la casa discografica CBS. A fronte del successo in patria, oltre 600.000 copie vendute, l'album viene inciso anche per i mercati francesi e spagnoli nelle rispettive lingue.


Nato da un’inchiesta sulla sessualità uscita sulla rivista indipendente Muzak, rivista con cui Lidia Ravera collaborava, il «diario sessuo-politico» di Rocco e Antonia era destinato alla circolazione interna nell’ambito della sinistra militante. A pensarla diversamente, nell’estate del ’76 fu l’editore Savelli che, inaugurando la collana «Il pane e le rose», pubblicò Porci con le ali, seppure con una tiratura limitata di 6.000 copie, al prezzo di 2.200 lire. Savelli fa centro. Una recensione entusiasta di Giuliano Zincone, dal titolo «Emozioni d’amore e ironie di due adolescenti», uscita sul Corriere della Sera il primo agosto di quell’anno, aprì il dibattito, richiamando l’attenzione del pubblico su un libro condito di «sesso, politica, e linguaggio realistico». Rileggendo l’articolo di Zincone, si ha la sensazione di trovarsi davanti a una vera e propria profezia; una profezia che si è auto-avverata, dal momento che la gloria di Porci con le ali ha inizio grazie a queste parole: Porci con le ali è un libro piuttosto bello e, potenzialmente un bestseller. Probabilmente lo leggeranno in centomila, malgrado il sottotitolo scoraggiante […].


SONG: Balla - Umberto Baslsamo - 1979 Dopo il successo de "L'angelo azzurro", Umberto Balsamo centra nuovamente canzone e, a ritmo di tarantella, conquista il pubblico e vende più di un milione di copie. Il nome di Umberto Balsamo è legato principalmente alla sua attività di autore, infatti ha scritto numerose canzoni in coppia con Cristiano Malgioglio.


Sicuramente ne ricaveranno un film e molte tavole rotonde verranno dedicate ai vari problemi che passeggiano tra i suoi capitoli […]. Ne viene fuori una mistura molto affascinante, verissima, con i suoi difetti e le sue sbracature commerciali […]. Il libro è incantevole. In primo luogo per il linguaggio, spesso sporcaccione, mai fasullo, realistico fino alla crudeltà. Zincone aveva letto perfettamente le potenzialità del libro. Contrariamente alle previsioni di Savelli, Porci con le ali vendette migliaia di copie in poche settimane, e divenne impossibile, nel bene o nel male, non parlarne. Che si tratti di mera pornografia, o di un accurato documentario sugli adolescenti negli anni ’70, in soli sei mesi Porci con le ali vendette 160.000 copie e si conquistò il primo posto nella classifica della narrativa italiana.


SONG: America - Gianna Nannini - 1979 Scritta da Gianna Nannini insieme a Mauro Paoluzzi, grazie ad un testo provocatorio in cui si parla di masturbazione e ad un riff di chitarra già sentito, è stato il primo successo della Nannini, anche all'estero (in particolare, nei paesi di lingua tedesca).


“Mi fa impressione vedere Porci con le ali nuovamente stampato da Mondadori, dopo tre o quattro altre ristampe […]. Mi fa impressione perché è un libro di morti […]. E mi domando: perché non lasciano morire questo libro? […]. [Porci con le ali è diventato «libro-culto»] forse grazie all’equivoco deliberato, ovvero alla mistificazione. I miei coetanei, ricordo, leggevano il libro e reagivano o strillando appunto «Noi non siamo così» oppure studiando e dandosi da fare per essere così […]. Non ho nostalgia di Porci con le ali […], mi è sembrato ciò che mi sembrò nel 1976: un libro brutto, scritto alla come-viene-viene, ideologicamente schematico, sfacciatamente falso, fatto passare per ciò che non era, ossia un ritratto autentico, dal vero, dal vivo, di chi stava attorno a me, di me. Di io. Un ritratto ammaestrante, ma non avevo voglio di farmi ammaestrare.


SONG: Fashion Pack - Amanda Lear - 1979 "Fashion Pack" viene considerato da molti un cult della disco music, essendo stato anche nelle principali classifiche di vendite.


“… Dici che lasciarsi con il boyfriend è diverso? Innanzitutto, il boyfriend ce l’avranno le figlie delle amiche tue, Rocco è il mio uomo, non fidanzatino, nè filarino, nè ragazzino. Uomo. E basta. E se tu ridi sei una stronza. E se non devo alzare la voce allora non parlo neanche. Non parlo se non posso alzare la voce. Perchè voi volete che noi parliamo, ma è sempre un parlare diverso, con delle regole. Io quel parlare lì non lo chiamo parlare. E non è vero che non capisco, smettila di dire che non capisco. Se continui a dire che non capisco me ne vado. Mamma, io non sono presuntuosa, non voglio avere ragione a tutti i costi, voglio essere ascoltata a tutti i costi o lasciata in pace.”


SONG: Pensieri e parole - Lucio Battisti - 1971 La peculiarità del brano sta nell'intreccio di due melodie distinte, le quali sono prima cantate separatamente per poi fondersi successivamente e nella seconda strofa. Lo stesso ritornello prevede un impasto vocale nella seconda metà dello stesso. Le due voci suggeriscono, dal titolo della canzone, l'accavallarsi dei pensieri e delle parole durante un confronto tra due innamorati in un momento cruciale della loro relazione. Lo stesso Battisti ha interpretato il motivo in playback, durante una trasmissione televisiva, sovrapponendo due immagini di sé per ciascuna delle parti vocali. Di "Pensieri e parole" esiste un'altra versione diversa da quella pubblicata nel singolo e nella maggior parte degli album o delle raccolte, della durata di 5 minuti e 14 secondi (contro i 3 minuti e 55 secondi della versione più diffusa). Tale versione è identica a quella nota, ma alla fine del brano si aggiunge una coda orchestrale realizzata dall'arrangiatore Gian Piero Reverberi e da Battisti stesso. Questa versione è stata pubblicata nelle antologie Tutto Battisti (1975), Profili musicali nº 21 (1982) e Il meglio di Lucio Battisti (1984); oggi non si trova più in commercio.Il singolo fu il più venduto del 1971 in Italia.


POESIA

Similitudine è il suo viaggio inaspettato
provocato da irruente debolezza
per la teoria della valvola di sfogo
dentro vagoni luridi e impestati
da viaggiatori colpiti da incertezza
un modo come un altro di lasciarsi andare
di cadere e cadere senza precipitare

Adriano Spatola

(poeta dell'avanguardia degli anni 70)

SONG:Se riesci a non morire - Iva Zanicchi - 1978 Scritto dalla coppia Daiano-Felisatti, già autori di numerosi successi quali "Sei bellissima" alle cui note il brano si rifà, "Se riesci a non morire" fa parte del 33 giri "Con la voglia di te", che rimase nelle classifiche per oltre cinque mesi e che ha visto la collaborazione di numerosi autori (Shel Shapiro, Cristiano Malgioglio, Donatella Rettore, Roberto Soffici, ecc.).

domenica 11 gennaio 2015

La ragazza di nome Giulio di Milena Milani

Da oggi il blog ricomincia a pubblicare! In forma totalmente inedita e prendendo spunto direttamente dal programma radio di White Radio Mai contro cuore da vicino nessuno è normale ogni sabato dalle 13 alle 14.
Questa la puntata di ieri Sabato 10 Gennaio 2015, una puntata interamente dedicata agli anni '60 e alla libertà di stampa.

“Siamo rimasti dolorosamente stupiti che una donna, una nostra italiana, abbia osato tanto, e che una casa editrice si sia prestata a lanciare nel mercato librario tanta turpitudine”. Così scriveva il mensile “La Madre”, stampato a Brescia, nell’agosto del 1964. Il romanzo era uscito nell’aprile dello stesso anno ed il suo percorso non era stato certo facile: diverse case editrici lo avevano respinto, trovandolo orrendo, impubblicabile.

SONG: SENZA LUCE - DIK DIK 1967 In Italia uno dei primi ad ascoltare il brano è Mogol, che all'epoca lavora presso la Dischi Ricordi e che scrive un testo in italiano (completamente diverso dall'originale di Reid) per i Dik Dik con il titolo Senza luce: il disco viene pubblicato il 20 agosto e va subito al primo posto in classifica, restando complessivamente in hit parade per diciassette settimane. Anche la versione originale dei Procol Harum (in Italia pubblicata dopo quella dei Dik Dik) raggiungerà il primo posto nella classifica italiana (rimanendovi dal 18 ottobre al 6 dicembre), restando complessivamente ventun settimane in hit parade, caso quasi unico per una canzone di cui era già uscita la cover. Le vendite in Italia saranno così elevate che Gary Brooker invierà una lettera ai Dik Dik ringraziandoli per le royalties che gli arrivavano come diritti d'autore dalla Siae. (Da wikipedia) 

Del resto, la stessa autrice era ben consapevole dello scalpore che la sua opera avrebbe sollevato: “Quel personaggio incandescente che era la ragazza Giulio, mi faceva paura, perché mi ero accorta che stavo precorrendo i tempi, e inoltre sentivo che per molta gente sarebbe stato motivo di scandalo, e di vergogna” (dalla prefazione dell’autrice, 7 novembre 1978).

SONG: COME TI VORREI - IVA ZANICCHI 1964 Come ti vorrei/La nostra spiaggia pubblicato nel 1964 è un 45 giri della cantante italiana Iva Zanicchi, pubblicato nel 1964. Come ti vorrei è la cover di Cry to me di Solomon Burke. (Da Wikipedia) 


Alla fine arrivò anche una temutissima incriminazione: il romanzo fu reputato gravemente offensivo del sentimento comune del pudore. Le vendite furono bloccate, alla scrittrice fu affibbiata l’etichetta di “pornografa” ed il 23 marzo del 1966 Milena Milani fu condannata alla pena della reclusione per mesi 6 ed a Lire 100.000 di multa. Questo, ovviamente, oltre alla confisca di tutte le copie del libro ed al pagamento delle spese processuali. L' assoluzione arriverà solo anni dopo, in un processo d' appello svoltosi nel 1967 e dopo che il mondo degli intellettuali, con in testa il poeta Giuseppe Ungaretti, si ribellò schierandosi al fianco della Milani in quella che all' epoca fu una battaglia in nome dell' emancipazione e della libertà di espressione (con il libro che nel frattempo veniva più volte ristampato in Francia, Inghilterra, Stati Uniti).

SONG: I’VE JUST SEEN A FACE - THE BEATLES 1965 I've Just Seen a Face è un brano dei Beatles apparso sull'album Help!in Europa e sull'album Rubber Soul in America. La canzone è stata inclusa alla 58ª posizione nella lista della 100 migliori canzoni dei Beatles secondo Rolling Stone. Il brano è stato composto da Paul McCartney, nella stanza della musica dei genitori della compagna Jane Asher, qualche tempo prima della sua incisione. Infatti varie persone lo ascoltarono; l'apprezzamento da parte di sua zia Jin McCartney diede al brano il titolo provvisorio di Auntie Jin's Theme, ovvero "Il tema di zia Gin". McCartney si è dichiarato soddisfatto che il testo incuriosisca l'aspettatore. Il testo ha una sorta di imprecisione logica: afferma che il protagonista non si possa scordare l'ora ed il luogo di quando ha notato la ragazza di cui si è innamorato, ma nel verso precedente dice che l'ha appena visitato. La parte vocale è particolarmente veloce, e quasi non dà il tempo all'interprete di fermarsi per respirare. La formazione non è tipica per i Beatles: presenta tre chitarre acustiche, la batteria è limitata solamente al rullante, suonato con le spazzole, ed è totalmente assente il basso. Anche l'introduzione, a tempo dimezzata, è abbastanza lunga per gli standards della band. È stato spesso detto che il brano sia in stile bluegrass, anche se senza il banjo ed il violino. (da Wikipedia) 

La sentenza d’appello stabilì: “Gli spunti erotici si inseriscono armoniosamente nel tessuto narrativo e rispondono alle esigenze descrittive che il tema della donna condannata alla solitudine suggeriva e che sono state felicemente realizzate nell’unità poetica dell’opera”.

SONG: IL RE DEI PAGLIACCI - NEIL SEDAKA 1963 Sedaka è noto in Italia anche per numerosi successi in lingua italiana, per la maggior parte traduzioni di canzoni originariamente in inglese, come: La notte è fatta per amare (Another Day, Another Heartache), La terza luna che nel 1963 arriva prima in classifica (Waiting For Never), Il re dei pagliacci (King of clowns), Un giorno inutile (I Must Be Dreaming), Lettera bruciata, Esagerata (Little Devil), I tuoi capricci (Look Inside Your Heart), Adesso no, Tu non lo sai (versione italiana di Breaking Up Is Hard To Do) con The Cookies. Nel 1975 il singolo Laughter in the Rain raggiunge la prima posizione nella Billboard Hot 100 e con Bad Blood per tre settimane vincendo il disco d'oro.(da Wikipedia) 


Assoluzione con formula piena, dunque, e sequestro revocato. Nel 1970 rappresentò l’Italia in occasione del 20º Festival di Berlino. Sprezzante dei tabù di un’Italia ancora bigotta e sicuramente disdicevole per la morale dei tempi, ancora oggi “La ragazza di nome Giulio” appare diretto come pochi altri romanzi nel descrivere le iniziazioni sessuali di una ragazzina tormentata. Jules non riesce a trovar pace, ed è bellissima la descrizione della sua irrequietezza, della sua particolarità. Il finale, infatti, conferma che non era la storia di un degrado, ma di una ricerca.

SONG: IO VIVRÒ SENZA TE - LUCIO BATTISTI 1969 Mentre La mia canzone per Maria era un brano inedito, la canzone sul lato B, Io vivrò (senza te) era già conosciuta, in quanto qualche mese prima era stata pubblicata su un 45 giri dei Rokes; alle registrazioni del gruppo inglese aveva partecipato lo stesso Battisti all'organo. (da wikipedia) 


“Io non fuggo la solitudine, e nemmeno la cerco: essa è presente nel mio modo di essere, di avere vita”

SONG: CUORE - RITA PAVONE 1963 Cuore (versione italiana della hit statunitense Heart (I Hear Your Beat) che il 22 giugno 1963 arriva prima per 11 settimane, scritta da Barry Mann e Cynthia Weil). (da Wikipedia) 

“Nessuno voleva salvarmi: tutti cercavano invece di trascinarmi sempre più in basso. Io stessa lo facevo con me stessa, e quando dal mio corpo prendevo quel piacere fisico così tormentato, quando i miei gesti erano solo in funzione di quel piacere, e il mio spirito vagava leggerissimo e felice, ma in realtà oppresso e schiantato, io pure ero un essere immondo, degno di quell’inferno dove la vista di Dio è preclusa e il fuoco brucerà le nostre carni”

SONG: SE PERDO ANCHE TE - GIANNI MORANDI 1966 Cover di Solitary Man di Neil Diamond (che l'aveva incisa pochi mesi prima e che, nel mese di luglio, era arrivato con questa canzone al 55° della classifica dei singoli più venduti degli Stati Uniti, il testo italiano è scritto da Franco Migliacci e Antonio Bazzocchi. Oltre alla prima versione ne esiste una seconda, sempre cantata da Gianni Morandi ma nel 1998. Questa versione è inclusa nell'album 30 volte Morandi, anche in questo caso gli arrangiamenti sono curati da Andrea e Paolo Amati . (da Wikipedia) 

“Il corpo, dopo quei contatti, quegli abbracci, acquistava come una diversa bellezza, un po’ estenuata, più completa”.

SONG: STORIA D’AMORE - ADRIANO CELENTANO 1969 "Ho una canzone in uscita in questi giorni. Si chiama 'Una storia d'amore'. La ritengo una delle mie cose migliori e sono convinto che sfonderà. L'ho fatta io insieme a Beretta e Del Prete. E' la canzone che precede e chiude le mie partecipazioni alla nuova serie di 'Gran Varietà' e la presenterò ufficialmente al pubblico televisivo il 31 maggio nel corso dello spettacolo 'Stasera Adriano Celentano'. Con 'Azzurro', l'anno scorso, ho venduto un milione e duecentomila copie. Con 'Una storia d'amore', sono portato a sperare in qualcosa di più!". (Adriano Celentano, intervista tratta da "Bolero", maggio 1969) Alla fine degli anni '60 il "molleggiato" sembra davvero aver dimenticato definitivamente il rock'n'roll degli esordi. Accentuando il suo distacco dalla musica 'giovane', iniziato con 'Tre passi avanti' (che auspica la caduta del mondo beat e la scomparsa dei capelloni, intensifica la produzione di brani gradevoli anche alle generazioni più mature: 'La coppia più bella del mondo', 'Azzurro', 'La storia di Serafino' per il film di Germi. Il grande innovatore, insomma, diventa conservatore proprio nel periodo in cui sono sempre di più coloro che invocano cambiamenti nella società e nel costume. Del 1968 ad esempio è la dichiarazione: "Mia moglie ha fatto bene a smettere di recitare. Io penso che una donna possa fare l'attrice finché si sposa. Poi più. Per il bene della famiglia". Altrettanto tradizionalista (e un po' maschilista) è la sceneggiata di 'Storia d'amore', nella quale qualcuno volle vedere qualche episodio autobiografico. In effetti, il tema tornerà a galla trent'anni dopo, nella canzone 'Solo da un quarto d'ora' (2000), nella quale Celentano rifiuta la donna che gli si offre - non tanto per fedeltà alla compagna, quanto per fedeltà nei confronti dell'amico, marito della scostumata. (da www.galleriadellacanzone.it) 

POESIA:
 (Non ha un titolo, di) Amelia Rosselli  
I fiori vengono in dono e poi si dilatano 
una sorveglianza acuta li silenzia
non stancarsi mai dei doni.
 Il mondo è un dente strappato
 non chiedetemi perché
 io oggi abbia tanti anni 
la pioggia è sterile. 
 Puntando ai semi distrutti
eri l’unione appassita che cercavo 
rubare il cuore d’un altro per poi servirsene. 

La speranza è forse il danno definitivo
le monete risuonano crude nel marmo
 della mano
.
Convincevo il mostro ad appartarsi
nelle stanze pulite d’un albergo immaginario 
v’erano nei boschi piccole vipere imbalsamate. 

Mi truccai a prete della poesia
 ma ero morta alla vita
le viscere che si perdono 
in un tafferuglio
ne muori spazzato via dalla scienza.

 Il mondo è sottile e piano:
 pochi elefanti vi girano, ottusi.

SONG: SE PERDO TE - PATTY PRAVO 1967 Il singolo ebbe un successo appena sufficiente nell'anno di emissione (1967), infatti non entrò né top 50 né in top 100; ma nella terza settimana d'aprile dell'anno successivo si qualificò in 18° massima posizione[1] e risultò il 98° singolo più venduto dello stesso anno.[2]Se perdo te è una cover del brano The Time Has Come, del 1967, scritto da Paul Korda e portata al successo da P. P. Arnold, tradotta in italiano da Sergio Bardotti; molto più lenta rispetto all'originale. La produzione e l'arrangiamento sono di Ruggero Cini e la sua orchestra. Il brano fu incluso nell'album di debutto Patty Pravo. (da Wikipedia)

giovedì 27 dicembre 2012

Mi piace vederti felice_ di Rossella Rasulo

Ormai, dovrei esserci abituato. Ogni volta che non mi aspetto niente da un libro, ecco che, invece, la lettura si rivela molto interessante. Quando ho comprato "Mi piace vederti felice" di Rossella Rasulo, ero convinto che si trattasse di uno di quei libri leggeri da leggere d'un fiato quando hai la testa troppo impegnata. La lettura, effettivamente, non è di quelle troppo impegnative, tuttavia ha toccato dei tasti che per me, sono un pò dolenti in questo ultimo periodo. E' ambientata nello stesse posto dove io trascorrevo le mie vacanze da piccolo e parla del rapporto con chi si è perso, oltre che ovviamente di amore. La trama potrebbe sembrare la classica storiella estiva del viaggio di gruppo per celebrare i diciotto anni: Aura, che con la migliore amica Paola organizza una vacanza nella sua casa di famiglia all'Isola d'Elba, a Marciana Marina. La casa di sua nonna. La casa nella quale ha trascorso le sue vacanze. E qui scopre una cosa, che potrebbe cambiare la sua vita, o, per lo meno cambiare il modo in cui l'ha pensata fino ad allora. La delicatezza con cui viene trattato il tema della mancanza di un affetto che non c'è più, è la cosa che più mi ha colpito. L'autrice, riesce sempre, a farlo nella maniera migliore. Le parole che scrive sono quello che ognuno di noi pensa. A ciò si aggiunge anche una storia frizzante, che non ti stanca mai e che si discosta in maniera netta dai soliti racconti adolescenziali sia nella costruzione della storia che nella trama assolutamente innovativa. "Il rumore di quel trapano che spingeva le viti nel legno del feretro mi si è impresso nella memoria contro la mia volontà. Non avrei mai voluto sentire niente del genere. "Due anni e tre mesi e mi manchi ancora così tanto." (pag. 17) "In momenti come questo, in cui sembra di rivivere un'esperienza conservata nella memoria, penso che forse non si muoia mai del tutto." (pag. 45) "[...]anche se con i ricordi a volte funziona così. Tu li ignori e dopo un pò loro si nascondono per il bene di tutti." (pag. 47) "Non avevo mai preso in considerazione il fatto che prima o poi non avrei più avuto la possibilità di parlarle, di vederla, di starle accanto. Ho dato per scontato che l'avrei avuta vicino ogni volta che avessi voluto. Ho perso l'occasione di dirle quanto è stata importante per me e quanto mi abbia aiutato in ogni decisione. [...] Ma ogni volta mi sento come se il vuoto che ha lasciato diventasse più grande." (pag. 63) "Ci sono sentimenti che sono infinitamente più grandi delle migliaia di parole che diciamo senza nemmeno accorgercene." (pag. 140) "Mi piace riuscire a farti sorridere." (pag. 150) "Se lo specchio di questo bagno ora potesse parlare , urlerebbe al mondo il rossore delle mie guance e della mia bocca." (pag. 153) "Mia nonna mi diceva sempre che ogni scelta porta con sé delle conseguenze e che dopo aver scelto con coscienza non possiamo poi lamentarci di quel che succede." (pag. 197) "Ho scoperto che mi piace farti stare bene, farti sorridere. Quando stai bene tu sto bene anch'io." (pag. 202) Mirko

mercoledì 24 ottobre 2012

Il corpo umano di Paolo Giordano

Ho sempre pensato che lettore e libro si sgelgano. Come una sorta di incontro fra due persone. Io e "Il corpo umano" di Paolo Giordano ci siamo scelti. La copertina mi aveva attratto. Il libro stava sullo scaffale, comodo comodo. Uno sguardo veloce alla quarta di copertina, perchè non voglio rovinarmi troppo la storia. Preso. Il genere non è deciamente il mio. Romanzo di guerra, contemporaneo. No, per un passatista, amante dei romanzi storici ambientati in epoca romana, o, al massimo delle letture fresche e veloci, non è il genere. Ma questo libro ha qualcosa che mi attira. Inizio la lettura della prima pagina. Il libro mi ha già fatto suo. Paolo Giordano scrive in maniera egregia. La storia ti cattura. Ti fa suo, ti rende un collega dei protagonisti del libro. Il romanzo ha infatti la peculiarità di essere una storia corale. E' la storia di un plotone dell'esercito italiano in missione in Afghanistan. Viene raccontata la guerra dal loro punto di vista. Le loro speranze, la loro angoscia, la loro paura e la loro quotidianità. Perchè anche in guerra esiste la quotidianità. Un giorno dopo giorno che ti porta a vedere nei colleghi la tua famiglia, a sentirli parte di te, a sentirsi tutti parte di un unico corpo. Ti prende, ti cattura, ti diverte, ti fa arrabbiare,ti commuove. Il libro di Paolo Giordano fa tutto questo. Poco ci manca per definirlo, secondo me, un capolavoro. Adatto a chi ama il genere e, anche e soprattutto, a chi non lo ama. Da leggere, splendido.Mirko

"Fra loro vige una libertà completa, quasi oscena, per ognuno il corpo degli altri non è meno familiare del proprio[...]" (pag.70)

"Era speciale? Si, in qualche strana maniera lo era davvero." (Pag. 167)

"Da parte mia, avvertivo quella mutazione lieve e continua dal nitore con cui le efelidi di Marianna comparivano all'arrivo della bella stagione." (Pag. 264)

"[...] ma il punto é che lui era una frana completa con le ragazze, troppo timido, e la timidezza l'ha fottuto [...]" (pag. 290)

"[...] aspetta di arrivare ai trenta per vedere come cambia, sono i trenta che ti inchiodano al muro [...]" (pag. 291)

venerdì 12 ottobre 2012

Pechino Express su Rai Due

Di Pechino Express avevo avuto la fortuna di vedere una stagione, inglese credo, su Cielo TV e già lì mi ero innamorato del format. Un format che mi ricordava molto una trasmissione che amavo e che era in onda sulla neonata LA7 e si chiamava 20$, nella quale i concorrenti dovevano sopravvivere con soli 20 dollari in tasca. Qui, la ricetta è più o meno simile. Ci sono una serie di di coppie di concorrenti che devono andare da una parte all'altra dell'estremo oriente, con soli 2€ in tasca. Dovranno far propria l'arte di arrangiarsi,chiedendo passaggi, cibo e ospitalità. Un gran bel programma, che secondo me arriva in Italia un po' in ritardo, ma, meno male é arrivato. Pechino Express non lo considero un reality. Per me è un semplice game che ha le caratteristiche del documentario. L'idea dell'eliminazione è per dare un po' di pepe, ma, se ci pensiamo bene, non è una novità, già ne "Il giro del mondo in 80 giorni" c'è la gara. Diciamo che si riprendono i temi dei romanzi avventura, solo che non ci sono le parole a documentare il tutto, ma le telecamere! Cast metà composto da "vip", metà da gente comune azzeccatissimo! Ma, se anche non lo fosse, le immagini splendide che si possono ammirare valgono da sole tutto il programma. Fra i rimasti il mio tifo va a tutti, tranne alla coppia padre-figlio, insopportabili! (come minimo mi vanno a vincere...stai a vedere). Se già non lo avete fatto, allora che aspettate?!?!' Ogni giovedì sera su Rai Due! Qui il link per la mia pagina...casomai aveste voglia di leggervi qualcosa su di me! ;)

martedì 9 ottobre 2012

Bella addormentata di Marco Bellocchio

Bella addormentata è uno di quei film che, visto il clamore generato all'ultima mostra di Venezia, ho affrontato da vergine. Ho quindi cercato di andare a vederlo senza farmi condizionare da critiche varie. E sono assolutamente contento di averlo fatto, perchè, su un film che tratta un tema delicato come questo, bisogna assolutamente non aver pregiudizi. Nella trama del film, la vicenda Eluana Englaro è solo di sfondo. Non è la storia di Eluana, ma la storia di sei persone che hanno a che fare con il tema Eutanasia. C'è il senatore Beffardi che ha il dubbio se votare o meno il decreto sull'alimentazione assistita, in netto contrasto con la figlia e la sua esperienza personale. Il dottor Pallido che, a tutti i costi, vuol salvare una condannata a morte dalla droga. La Divina Madre, che, in contrasto con marito e figlio, abbandona la sua vita per dedicarsi alla figlia in coma. L'argomento trattato è forte. Il film è ottimo perchè non esprime un punto di vista, ma si limita a narrare quella che è una realtà che, difficilmente, troverà mai un incontro fra chi a favore, chi contro. Mai banale nella storia, mai banale nei dialoghi, con alcuni spunti di verità che ti lasciano il segno. Alla fine del film un solo messaggio: l'amore è alla base di ciascuna idea si abbia in materia. Sia che uno sia a favore o contro l'eutanasia
. E solo l'amore può farti cambiare idea. Da vedere