domenica 11 gennaio 2015

La ragazza di nome Giulio di Milena Milani

Da oggi il blog ricomincia a pubblicare! In forma totalmente inedita e prendendo spunto direttamente dal programma radio di White Radio Mai contro cuore da vicino nessuno è normale ogni sabato dalle 13 alle 14.
Questa la puntata di ieri Sabato 10 Gennaio 2015, una puntata interamente dedicata agli anni '60 e alla libertà di stampa.

“Siamo rimasti dolorosamente stupiti che una donna, una nostra italiana, abbia osato tanto, e che una casa editrice si sia prestata a lanciare nel mercato librario tanta turpitudine”. Così scriveva il mensile “La Madre”, stampato a Brescia, nell’agosto del 1964. Il romanzo era uscito nell’aprile dello stesso anno ed il suo percorso non era stato certo facile: diverse case editrici lo avevano respinto, trovandolo orrendo, impubblicabile.

SONG: SENZA LUCE - DIK DIK 1967 In Italia uno dei primi ad ascoltare il brano è Mogol, che all'epoca lavora presso la Dischi Ricordi e che scrive un testo in italiano (completamente diverso dall'originale di Reid) per i Dik Dik con il titolo Senza luce: il disco viene pubblicato il 20 agosto e va subito al primo posto in classifica, restando complessivamente in hit parade per diciassette settimane. Anche la versione originale dei Procol Harum (in Italia pubblicata dopo quella dei Dik Dik) raggiungerà il primo posto nella classifica italiana (rimanendovi dal 18 ottobre al 6 dicembre), restando complessivamente ventun settimane in hit parade, caso quasi unico per una canzone di cui era già uscita la cover. Le vendite in Italia saranno così elevate che Gary Brooker invierà una lettera ai Dik Dik ringraziandoli per le royalties che gli arrivavano come diritti d'autore dalla Siae. (Da wikipedia) 

Del resto, la stessa autrice era ben consapevole dello scalpore che la sua opera avrebbe sollevato: “Quel personaggio incandescente che era la ragazza Giulio, mi faceva paura, perché mi ero accorta che stavo precorrendo i tempi, e inoltre sentivo che per molta gente sarebbe stato motivo di scandalo, e di vergogna” (dalla prefazione dell’autrice, 7 novembre 1978).

SONG: COME TI VORREI - IVA ZANICCHI 1964 Come ti vorrei/La nostra spiaggia pubblicato nel 1964 è un 45 giri della cantante italiana Iva Zanicchi, pubblicato nel 1964. Come ti vorrei è la cover di Cry to me di Solomon Burke. (Da Wikipedia) 


Alla fine arrivò anche una temutissima incriminazione: il romanzo fu reputato gravemente offensivo del sentimento comune del pudore. Le vendite furono bloccate, alla scrittrice fu affibbiata l’etichetta di “pornografa” ed il 23 marzo del 1966 Milena Milani fu condannata alla pena della reclusione per mesi 6 ed a Lire 100.000 di multa. Questo, ovviamente, oltre alla confisca di tutte le copie del libro ed al pagamento delle spese processuali. L' assoluzione arriverà solo anni dopo, in un processo d' appello svoltosi nel 1967 e dopo che il mondo degli intellettuali, con in testa il poeta Giuseppe Ungaretti, si ribellò schierandosi al fianco della Milani in quella che all' epoca fu una battaglia in nome dell' emancipazione e della libertà di espressione (con il libro che nel frattempo veniva più volte ristampato in Francia, Inghilterra, Stati Uniti).

SONG: I’VE JUST SEEN A FACE - THE BEATLES 1965 I've Just Seen a Face è un brano dei Beatles apparso sull'album Help!in Europa e sull'album Rubber Soul in America. La canzone è stata inclusa alla 58ª posizione nella lista della 100 migliori canzoni dei Beatles secondo Rolling Stone. Il brano è stato composto da Paul McCartney, nella stanza della musica dei genitori della compagna Jane Asher, qualche tempo prima della sua incisione. Infatti varie persone lo ascoltarono; l'apprezzamento da parte di sua zia Jin McCartney diede al brano il titolo provvisorio di Auntie Jin's Theme, ovvero "Il tema di zia Gin". McCartney si è dichiarato soddisfatto che il testo incuriosisca l'aspettatore. Il testo ha una sorta di imprecisione logica: afferma che il protagonista non si possa scordare l'ora ed il luogo di quando ha notato la ragazza di cui si è innamorato, ma nel verso precedente dice che l'ha appena visitato. La parte vocale è particolarmente veloce, e quasi non dà il tempo all'interprete di fermarsi per respirare. La formazione non è tipica per i Beatles: presenta tre chitarre acustiche, la batteria è limitata solamente al rullante, suonato con le spazzole, ed è totalmente assente il basso. Anche l'introduzione, a tempo dimezzata, è abbastanza lunga per gli standards della band. È stato spesso detto che il brano sia in stile bluegrass, anche se senza il banjo ed il violino. (da Wikipedia) 

La sentenza d’appello stabilì: “Gli spunti erotici si inseriscono armoniosamente nel tessuto narrativo e rispondono alle esigenze descrittive che il tema della donna condannata alla solitudine suggeriva e che sono state felicemente realizzate nell’unità poetica dell’opera”.

SONG: IL RE DEI PAGLIACCI - NEIL SEDAKA 1963 Sedaka è noto in Italia anche per numerosi successi in lingua italiana, per la maggior parte traduzioni di canzoni originariamente in inglese, come: La notte è fatta per amare (Another Day, Another Heartache), La terza luna che nel 1963 arriva prima in classifica (Waiting For Never), Il re dei pagliacci (King of clowns), Un giorno inutile (I Must Be Dreaming), Lettera bruciata, Esagerata (Little Devil), I tuoi capricci (Look Inside Your Heart), Adesso no, Tu non lo sai (versione italiana di Breaking Up Is Hard To Do) con The Cookies. Nel 1975 il singolo Laughter in the Rain raggiunge la prima posizione nella Billboard Hot 100 e con Bad Blood per tre settimane vincendo il disco d'oro.(da Wikipedia) 


Assoluzione con formula piena, dunque, e sequestro revocato. Nel 1970 rappresentò l’Italia in occasione del 20º Festival di Berlino. Sprezzante dei tabù di un’Italia ancora bigotta e sicuramente disdicevole per la morale dei tempi, ancora oggi “La ragazza di nome Giulio” appare diretto come pochi altri romanzi nel descrivere le iniziazioni sessuali di una ragazzina tormentata. Jules non riesce a trovar pace, ed è bellissima la descrizione della sua irrequietezza, della sua particolarità. Il finale, infatti, conferma che non era la storia di un degrado, ma di una ricerca.

SONG: IO VIVRÒ SENZA TE - LUCIO BATTISTI 1969 Mentre La mia canzone per Maria era un brano inedito, la canzone sul lato B, Io vivrò (senza te) era già conosciuta, in quanto qualche mese prima era stata pubblicata su un 45 giri dei Rokes; alle registrazioni del gruppo inglese aveva partecipato lo stesso Battisti all'organo. (da wikipedia) 


“Io non fuggo la solitudine, e nemmeno la cerco: essa è presente nel mio modo di essere, di avere vita”

SONG: CUORE - RITA PAVONE 1963 Cuore (versione italiana della hit statunitense Heart (I Hear Your Beat) che il 22 giugno 1963 arriva prima per 11 settimane, scritta da Barry Mann e Cynthia Weil). (da Wikipedia) 

“Nessuno voleva salvarmi: tutti cercavano invece di trascinarmi sempre più in basso. Io stessa lo facevo con me stessa, e quando dal mio corpo prendevo quel piacere fisico così tormentato, quando i miei gesti erano solo in funzione di quel piacere, e il mio spirito vagava leggerissimo e felice, ma in realtà oppresso e schiantato, io pure ero un essere immondo, degno di quell’inferno dove la vista di Dio è preclusa e il fuoco brucerà le nostre carni”

SONG: SE PERDO ANCHE TE - GIANNI MORANDI 1966 Cover di Solitary Man di Neil Diamond (che l'aveva incisa pochi mesi prima e che, nel mese di luglio, era arrivato con questa canzone al 55° della classifica dei singoli più venduti degli Stati Uniti, il testo italiano è scritto da Franco Migliacci e Antonio Bazzocchi. Oltre alla prima versione ne esiste una seconda, sempre cantata da Gianni Morandi ma nel 1998. Questa versione è inclusa nell'album 30 volte Morandi, anche in questo caso gli arrangiamenti sono curati da Andrea e Paolo Amati . (da Wikipedia) 

“Il corpo, dopo quei contatti, quegli abbracci, acquistava come una diversa bellezza, un po’ estenuata, più completa”.

SONG: STORIA D’AMORE - ADRIANO CELENTANO 1969 "Ho una canzone in uscita in questi giorni. Si chiama 'Una storia d'amore'. La ritengo una delle mie cose migliori e sono convinto che sfonderà. L'ho fatta io insieme a Beretta e Del Prete. E' la canzone che precede e chiude le mie partecipazioni alla nuova serie di 'Gran Varietà' e la presenterò ufficialmente al pubblico televisivo il 31 maggio nel corso dello spettacolo 'Stasera Adriano Celentano'. Con 'Azzurro', l'anno scorso, ho venduto un milione e duecentomila copie. Con 'Una storia d'amore', sono portato a sperare in qualcosa di più!". (Adriano Celentano, intervista tratta da "Bolero", maggio 1969) Alla fine degli anni '60 il "molleggiato" sembra davvero aver dimenticato definitivamente il rock'n'roll degli esordi. Accentuando il suo distacco dalla musica 'giovane', iniziato con 'Tre passi avanti' (che auspica la caduta del mondo beat e la scomparsa dei capelloni, intensifica la produzione di brani gradevoli anche alle generazioni più mature: 'La coppia più bella del mondo', 'Azzurro', 'La storia di Serafino' per il film di Germi. Il grande innovatore, insomma, diventa conservatore proprio nel periodo in cui sono sempre di più coloro che invocano cambiamenti nella società e nel costume. Del 1968 ad esempio è la dichiarazione: "Mia moglie ha fatto bene a smettere di recitare. Io penso che una donna possa fare l'attrice finché si sposa. Poi più. Per il bene della famiglia". Altrettanto tradizionalista (e un po' maschilista) è la sceneggiata di 'Storia d'amore', nella quale qualcuno volle vedere qualche episodio autobiografico. In effetti, il tema tornerà a galla trent'anni dopo, nella canzone 'Solo da un quarto d'ora' (2000), nella quale Celentano rifiuta la donna che gli si offre - non tanto per fedeltà alla compagna, quanto per fedeltà nei confronti dell'amico, marito della scostumata. (da www.galleriadellacanzone.it) 

POESIA:
 (Non ha un titolo, di) Amelia Rosselli  
I fiori vengono in dono e poi si dilatano 
una sorveglianza acuta li silenzia
non stancarsi mai dei doni.
 Il mondo è un dente strappato
 non chiedetemi perché
 io oggi abbia tanti anni 
la pioggia è sterile. 
 Puntando ai semi distrutti
eri l’unione appassita che cercavo 
rubare il cuore d’un altro per poi servirsene. 

La speranza è forse il danno definitivo
le monete risuonano crude nel marmo
 della mano
.
Convincevo il mostro ad appartarsi
nelle stanze pulite d’un albergo immaginario 
v’erano nei boschi piccole vipere imbalsamate. 

Mi truccai a prete della poesia
 ma ero morta alla vita
le viscere che si perdono 
in un tafferuglio
ne muori spazzato via dalla scienza.

 Il mondo è sottile e piano:
 pochi elefanti vi girano, ottusi.

SONG: SE PERDO TE - PATTY PRAVO 1967 Il singolo ebbe un successo appena sufficiente nell'anno di emissione (1967), infatti non entrò né top 50 né in top 100; ma nella terza settimana d'aprile dell'anno successivo si qualificò in 18° massima posizione[1] e risultò il 98° singolo più venduto dello stesso anno.[2]Se perdo te è una cover del brano The Time Has Come, del 1967, scritto da Paul Korda e portata al successo da P. P. Arnold, tradotta in italiano da Sergio Bardotti; molto più lenta rispetto all'originale. La produzione e l'arrangiamento sono di Ruggero Cini e la sua orchestra. Il brano fu incluso nell'album di debutto Patty Pravo. (da Wikipedia)

Nessun commento:

Posta un commento